PMI. La formazione per le piccole e medie imprese
Il tema della formazione per le PMI (piccole e medie imprese) è stato in questi anni al centro di dibattiti e di politiche di sviluppo economico territoriale.
A tale scopo sono stati destinati ingenti somme di denaro ma, il ritorno dell’investimento, appare impercettibile perché sono stati pianificati e finanziati percorsi formativi non corrispondenti ai reali bisogni delle imprese e degli imprenditori.
Il capitale umano
L’azienda, al di là degli aspetti organizzativi, economici e finanziari, si fonda sul capitale umano.
L’imprenditore che è in grado di selezionare, formare, motivare, responsabilizzare e retribuire globalmente i propri dipendenti getta le basi per un’istituzione durevole nel tempo che non teme concorrenza e momenti di crisi.
Questo presuppone però una cultura d’impresa che, mediamente, l’imprenditore non ha perché proviene da percorsi formativi da “strada” e/o tramandati di padre in figlio.
Questo status diventa un limite insormontabile quando si presenta la necessità (o l’occasione) di fare il salto di qualità per strutturarsi e consacrarsi definitivamente come impresa nel mercato globale.
Dove sono i limiti? Carenza di metodo e di conoscenze tecnico direttive.
Qualche esempio:
- spesso si fa riferimento a indicatori inattendibili, come il fatturato, invece di riferirsi anche, se non soprattutto, ai margini operativi;
- vi è un’eccessiva attenzione ai ricavi e non ai costi;
- una diretta conseguenza della mancata attenzione ai costi è la diffusa mancanza di sistemi di controllo gestione;
- il personale è vissuto più come un onere che come un valore aggiunto su cui investire;
- lo stile di direzione prevalentemente utilizzato è quello coercitivo più che partecipativo;
- la gestione finanziaria è spesso deficitaria (con conseguente crisi di liquidità) a seguito del mancato equilibrio tra i tempi medi di pagamento ai fornitori e quelli d’incasso dai clienti;
- s’investe poco o nulla in innovazione tecnologica.
Il tutor d’impresa
Una delle diverse iniziative ipotizzabili per colmare queste lacune delle PMI è la creazione della figura di tutor d’impresa.
Un professionista a cavallo tra aziendalista, economista e agente di sviluppo locale che sia in grado di affiancare e formare sul campo gli imprenditori.
Coinvolgimento di soggetti istituzionali per le PMI
Il coinvolgimento attivo di soggetti istituzionalmente deputati anche a tale ruolo potrebbe contribuire a tale scopo mediante una legislazione tendente più ad “accompagnare” (tutoraggio e formazione diretta) che ad “aiutare” (agevolazioni fiscali e finanziarie) le imprese e gli imprenditori nei loro percorsi di consolidamento e sviluppo.
Leggi anche “La scarsa competitività del sistema PMI italiano”.