Scatta l’obbligo della fattura elettronica per 800 mila forfettari

Dall’1 luglio le partite Iva nel regime dei forfettari e dei vecchi minimi devono provvedere alla fattura elettronica.

Sono salve le partite Iva che nel 2021 hanno conseguito ricavi/compensi non superiori a 25mila euro (ragguagliati ad anno).

A conti fatti la novità riguarderebbe per ora circa 800mila contribuenti.

 

La fascia di esonero dei 25mila euro

Almeno fino a tutto il 2023 sono esonerate le partite iva che non superano 25 mila euro di ricavi.

Le partite iva che non superano questa soglia potranno continuare a fatturare come avvenuto finora.

Se, invece, superano il tetto di 25 mila euro, devono da subito “familiarizzare” con il servizio «Fatture e corrispettivi» dell’Agenzia delle Entrate o con software specifici per la fatturazione elettronica.

 

Le sanzioni per chi non provvede alla fattura elettronica

E’ previsto un periodo “cuscinetto”, con una parziale moratoria delle sanzioni.

Dal 1° luglio al 30 settembre, le sanzioni non saranno applicate ai nuovi lavoratori e l’emissione della fattura elettronica sarà consentita entro il mese successivo a quello in cui l’operazione viene effettuata.

Questa agevolazione è rivolta solo ai soggetti minimi e forfettari.

In condizioni normali, i contribuenti devono emettere la fattura entro 12 giorni dalla data di effettuazione dell’operazione.

In questo periodo di transizione, il termine viene prorogato fino al mese successivo senza l’applicazione delle sanzioni previste dall’articolo 6, comma 2 del decreto n. 471/1997.

Se l’emissione della fattura elettronica supera anche questo termine è prevista la sanzione.

La sanzione in questione va dal 5% al 10% dei corrispettivi non documentati o registrati.

 

Il mio consiglio

Molto spesso ad aprire una partita iva nel regime forfettario sono giovani startupper e liberi professionisti. Nei miei percorsi di formazione consiglio sempre di affidarsi ad un buon commercialista aziendalista.

Il commercialista aziendalista non si occupa solo di guidare il cliente negli adempimenti burocratici e fiscali, ma anche di guidarlo nella scelta migliore per il suo business.

In questo caso, molti startuppers e liberi professionisti potrebbero sentirsi disorientati.

Un buon commercialista aziendalista è capace di rassicurare e mettere l’imprenditore sulla buona strada.

 

Altre scadenze di questi giorni nel mio nuovo articolo.