Il Neuromarketing e le emozioni nel processo di acquisto

 

Il neuromarketing è una branca del marketing che utilizza metodi e tecniche basate sulle evidenze scientifiche emerse negli ultimi decenni dallo studio sul cervello umano.

Prima del suo avvento si pensava che il consumatore prendesse decisioni sugli acquisti in modo razionale sulla base delle informazioni in suo possesso.

 

Le emozioni

Le emozioni non giocavano un ruolo predominante nel processo di acquisto in quanto le sensazioni suscitate dal prodotto erano considerate superflue o, addirittura, fuorvianti.

Il neuromarketing ha smentito completamente questa visione rilevando un consumatore molto diverso rispetto a quello razionale e logico a cui eravamo soliti pensare.

 

L’Inconscio

Si è scoperto che il cervello prende la maggior parte delle decisioni sotto la soglia della coscienza e che quindi i comportamenti conseguenti delle persone sono determinati dall’inconscio.

Partendo da questo presupposto il consumatore più che processare informazioni in modo logico-razionale, decide sulla base dell’esperienza, delle abitudini, delle opinioni di amici e parenti e delle emozioni suscitate dal prodotto.

Ciò che è emerso è che le decisioni d’acquisto dei consumatori possono essere influenzate e modificate non solo fornendogli informazioni ma anche sensazioni, emozioni ed esperienze dirette.

 

Le tecniche di neuromarketing

L’obiettivo del neuromarketing è esattamente lo stesso del marketing tradizionale, ossia comunicare al meglio il prodotto/servizio per favorire le vendite.

Ciò che cambia sono le tecniche utilizzate per la rilevazione degli orientamenti all’acquisto.

Nello specifico, le tecniche di neuromarketing possono aiutare a:

  1. comprendere cosa succede realmente nel cervello delle persone quando sono sottoposte ad uno stimolo;
  2. capire la differenza tra ciò che le persone dicono di pensare e ciò che, realmente, il loro cervello sta pensando, considerando ed elaborando.

 

Politica

Comprendere gli orientamenti agli acquisti attraverso lo studio del cervello ci pone però davanti ad un’enorme questione etica relativamente alle tecniche di rilevazione che evidentemente non possono essere di tipo “invasive”.

Preoccupa anche l’estensione forzata e non sempre corretta delle tecniche di neuromarketing al mondo della politica per la costruzione del consenso sia nella fase elettorale che nella fase di gestione.

Adattare il linguaggio politico e le azioni di governo ai bisogni percepiti dagli elettori e non su quelli realmente utili alla comunità di persone oltre ad impoverire culturalmente uno Stato ne mina le fondamenta democratiche.

 

Articolo pubblicato il 26 marzo sul quotidiano La Notizia.