La lotta all’Evasione Fiscale

 

Ogni anno quando il governo si appresta ad approvare la legge di bilancio puntualmente ricomincia la discussione su come trovare le coperture alle nuove misure economiche a partire dalla lotta all’evasione fiscale.

 

Lavoro non regolare e soluzioni “strampalate” per combattere l’evasione fiscale

Tema questo strettamente legato all’emersione del lavoro non regolare che, si stima, in Italia vale circa l’11/% del PIL.

E così come puntualmente si accende il faro su tutte le irregolarità che generano evasione fiscale così vengono fuori proposte risolutive strampalate ed inapplicabili fatte da chi non vive professionalmente l’economia reale del paese che, si regge, sullo sforzo profuso quotidianamente da PMI che rappresentano circa il 92% delle imprese attive italiane.

 

Da cosa dipende l’evasione fiscale

Non è solo una questione di norme antievasione ma, anche (se non soprattutto), di alti costi gestione delle imprese e di scarsa cultura d’impresa da parte degli imprenditori.

Mi spiego meglio.

Al netto dell’attuale congiuntura economica internazionale che ha fatto lievitare i costi delle materie prime e quindi anche il costo energetico della gestione esiste una questione storica mai risolta relativa al cuneo fiscale. Questa questione determina un costo del lavoro molto alto rispetto, ad esempio, alla media degli altri paesi europei.

 

Cultura d’impresa

A questo si aggiunge una diffusa carenza di cultura imprenditoriale e manageriale che determina una gestione deficitaria dei costi delle imprese rendendole non competitive nel mercato globale.

Basti pensare, ad esempio, che sono pochissime le aziende in Italia che hanno un sistema di controllo di gestione interno e una business intelligence per il monitoraggio dei fatti aziendali.

 

Costi di gestione

Con i prezzi di vendita (e quindi i ricavi) “imposti” dai mercati di riferimento e quindi non governabili dagli imprenditori e con costi alti di gestione (per i motivi di cui sopra) si riducono inevitabilmente e drasticamente i margini operativi. Questi possono ridursi fino a determinare perdite nel bilancio.

Ecco perché gli imprenditori, per timore del default (che ripeto è dovuto anche alle loro deficienze di gestione) preferiscono ad esempio (e non è giustificabile) evadere l’iva. Ma anche non regolarizzare i rapporti di lavoro ecc. per abbattere i costi di gestione.

Quindi cosa fare per combattere l’evasione fiscale e far emergere il lavoro sommerso?

 

Riduzione del cuneo fiscale

Innanzitutto andrebbe ridotto il cuneo fiscale sia per la parte di competenza delle imprese che quella di competenza dei lavoratori.

Questo determinerebbe sia una riduzione dei costi per le imprese che un aumento dei salari dei lavoratori.

Aumento degli stipendi, che a loro volta, favorirebbe una maggiore capacità dì acquisto da parte dei dipendenti e quindi anche l’aumento dei prezzi considerata la conseguente aumentata domanda di beni e servizi.

 

Prezzi e costi di gestione

Aumento dei prezzi (e quindi dei ricavi) e riduzione dei costi di gestione generebbero maggiori utili tali da indurre gli imprenditori a non prendersi rischi inutili e a regolarizzare la gestione aziendale.

Formazione

Inoltre, considerata la diffusa carenza di cultura d’impresa e manageriale che impatta negativamente sulla riduzione dei costi di gestione, sarebbe opportuno la creazione di una figura di tutor specifica per le PMI e imprese sociali (che hanno caratteristiche e quindi esigenze molto diverse dalle grandi imprese).

Una figura professionale a cavallo tra: aziendalista, economista e agente di sviluppo locale, creata mediante scuole di formazione di qualità, che facciano tesoro delle esperienze migliori esistenti.

 

Coinvolgimento delle istituzioni

Il coinvolgimento attivo di soggetti istituzionalmente deputati anche a tale ruolo (Stato, Regioni, Comuni ma, anche, Fondazioni, Sindacati ecc.) potrebbe contribuire a tale scopo mediante una legislazione tendente più ad “accompagnare” (tutoraggio e formazione diretta) che ad “aiutare” (agevolazioni fiscali e finanziarie) le imprese nei loro percorsi di sviluppo e consolidamento.

Due iniziative che, a regime, oltre a ridare vigore economico alle imprese italiane, garantirebbero anche le coperture economiche allo Stato grazie alle maggiori entrate a seguito dell’aumento del PIL e della regolarizzazione di molte posizioni lavorative attualmente irregolari.

 

Da diversi anni mi occupo di accompagnare e guidare le imprese verso uno sviluppo sostenibile a Napoli e su tutto il territorio nazionale. Se hai bisogno di una consulenza, contattami.