Una scuola per diffondere cultura d’impesa

Tutte le mie attività professionali, negli anni, si sono naturalmente canalizzate in un progetto di sviluppo civico ed economico integrato, finalizzato a diffondere cultura d’impresa nei territori, per migliorarne la competitività e aumentare i livelli occupazionale che prende il nome di Scuola d’impresa diffusa.

Un progetto ampio, profondo, non codificato (ma governato) che si evolve costantemente moltiplicando e diffondendo le matrici formative nel frattempo individuate e predisposte al ruolo.

 

Una scuola senza confini

Una rivoluzione che non ha confini geografici, di settore e di competenze, ma un unico obiettivo: provare a incivilire il Mezzogiorno d’Italia con politiche dal basso.

 

I protagonisti di Scuola d’Impresa Diffusa

Tutti gli attori a vario titolo protagonisti di questa azione civica formativa sono consapevoli che il ritorno dell’investimento individuale è dato dal miglioramento della vita pubblica di comunità.

Ma sono soprattutto coscienti che l’agente del cambiamento, per essere tale, deve fare un grosso lavoro di introspezione. Rilevare e analizzare i limiti personali, e tendere a migliorarsi costantemente con un approccio da “mano che nasconde”. Cioè con un approccio umile e senza pregiudizi di sorta.

Una rete di persone variegata (imprenditori, manager, cooperatori, dirigenti pubblici, giovani ecc.) che, nel tempo, si è ingrossata come un fiume in piena. E tracimando, sedimenta quotidianamente di saperi ed esperienze il territorio circostante.

Le parole d’ordine sono: etica, auto sovversione, formazione continua e trasferimento di competenze.

Persone che si riconoscono in valori condivisi e che privilegiano rapporti privati e professionali per contaminarsi di saperi ed esperienze.

 

Una grande rete

A seguito di questo, sono nate collaborazioni professionali, rapporti commerciali e di sinergia tra imprenditori, stage e assunzioni di giovani presso le imprese partner ecc.

In sintesi, è sbocciata un’economia circolare, aperta e inclusiva.

 

I corsi

I corsi di formazione organizzati da Scuola d’impresa diffusa  si sono moltiplicati e sono diventanti sette, per rispondere meglio alla domanda dei discenti e rendere l’offerta formativa costantemente allineata al mercato del lavoro.

Così come sono anche cresciuti i partner istituzionali, diventati circa cento e, gli allievi, che hanno superato abbondantemente le mille unità.

Un modello formativo che poggia in modo perfettamente equilibrato sulle basi delle nozioni, ma anche delle esperienze pratiche.

 

Innovazione

Il mondo gira ad una velocità esponenzialmente maggiore, anche grazie allo sviluppo dirompente delle nuove tecnologie, che stanno mescolando i mondi fisici, digitali e biologici con un impatto massivo su tutte le discipline, le economie e i settori produttivi.

L’innovazione emerge in settori nuovi. Tra questi l’intelligenza artificiale, la robotica, i veicoli a guida automatica, la stampa 3D e le nanotecnologie.

È un mondo di accelerazioni non lineari e crescenti connessioni che sta abbattendo muri e barriere tradizionali a un ritmo impressionante.

Occorre prendere atto che in un mondo a velocità crescente anche i giovani devono strutturarsi e camminare più velocemente.

Finora, tutto questo non è stato parte integrante dell’insegnamento. Ma il tempo che viviamo, con la sua frenetica ricorsa alla velocità e al progresso a tutti i costi, ci impone di rallentare e ragionare sul valore che creiamo con le nostre azioni.

Cambia la geografia del lavoro. Cambiano i ritmi (che diventano sempre più veloci) e cambiano gli strumenti.

 

Il mondo dell’istruzione

Queste cose cambiano, ma inspiegabilmente l’istruzione ha mostrato una notevole difficoltà nel tenere il passo con il ritmo del cambiamento e nel lavorare per sviluppare diverse letterature formative, per costruire e creare nuovi significati e visioni.

 

Un’offerta del lavoro disallineata

Al momento, l’offerta di lavoro è disallineata rispetto alla domanda. Anche a causa di un processo formativo che ha difficoltà a offrire un’esperienza trasformativa di vita e un apprendimento con un approccio creativo e multidisciplinare.

Le aziende hanno un gran bisogno di nuovi professionisti, di cui quelli del web costituiscono solo una parte, per sfruttare al meglio le possibilità che anche il digitale ha messo in campo. Ma i giovani non sono ancora pronti a riempire i vuoti del mercato.

 

La laurea in tasca

Le università in molti casi non propongono programmi ad hoc per formare queste figure. Il risultato è che molti giovani si ritrovano in tasca lauree che al temine del ciclo di studi non riescono a sfruttare come vorrebbero, perché non hanno nel loro bagaglio le giuste abilità, conoscenze e abitudini per affrontare al meglio una società postindustriale.

 

Imparare ad imparare

Occorre quindi un sistema integrato che si ponga l’obiettivo d’imparare a imparare, così come si propone di essere Scuola d’impresa diffusa.

Un’organizzazione fluida, mutevole e adattiva, in grado di trasferire cultura d’impresa, ma anche favorire una diversa mentalità. Una mentalità più proiettata all’autoimprenditorialità (nel senso più ampio della parola) che alla dipendenza/assistenza.

 

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