Salario minimo, come applicarlo e altre soluzioni

Una delle questioni affrontate dal dibattito politico negli ultimi tempi riguarda l’introduzione di un salario minimo adeguato per i lavoratori. Infatti la Commissione Europea ha di recente presentato una direttiva sul tema. Questa è stata definitivamente approvata lo scorso 14 settembre 2022. Gli Stati membri dovranno recepirla entro due anni.

Nell’ordinamento italiano non esiste un livello minimo di retribuzione fissato per legge. Ma l’articolo 36 della Costituzione riconosce il sacrosanto diritto, per il lavoratore, ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla propria famiglia un’esistenza libera e dignitosa.

 

 

Gli interrogativi

Ma a quanto deve ammontare il salario minimo garantito?

In che modo si sostiene economicamente per lo Stato e per le imprese?

Come s’innesta nelle politiche dei prezzi?

Come impatta sul debito pubblico e sulla competitività delle imprese private?

Domande legittime a cui provo a dare risposte mediante alcuni ragionamenti quanto più sintetici, oggettivi e coerenti possibili.

 

Prezzi di vendita e capacità di acquisto

In una condizione di libero mercato (ed in assenza di speculazioni sui mercati nazionali ed internazionali) la domanda di beni e servizi dipende dai prezzi di vendita e dalla capacità d’acquisto (reddito) dei consumatori.

Negli ultimi decenni in Italia (al netto dei periodi di crisi come quello attuale) abbiamo assistito ad un graduale livellamento al ribasso dei prezzi medi di vendita di prodotti e servizi. I prezzi ormai non sono più allineati con quelli delle maggiori economie mondiali.

Condizione che, abbinata alla scarsa capacità di gestione dei costi nelle imprese, ha eroso gradatamente i margini di guadagno per gli imprenditori.

 

Riduzione degli stipendi

Gli imprenditori, per garantire la sopravvivenza delle proprie aziende, sono stati indotti, complice anche un elevato cuneo fiscale, a non aumentare se non addirittura a ridurre gli stipendi. Questo li ha trascinati a forme di lavoro irregolare.

 

Il salario minimo non è la soluzione

Ma come si rompe questa micidiale spirale economica negativa depressiva che attanaglia il nostro paese da diversi anni?

Di sicuro non attraverso l’imposizione per legge del salario minimo senza copertura economica facendo leva sull’indebitamento pubblico.

Necessita all’inverso costruire i presupposti per la sostenibilità economica di mercato del reddito minimo equo.

 

Soluzioni

Questo si ottiene incrementando i margini operativi e quindi i guadagni delle imprese mediante la riduzione dei costi e gli aumenti dei prezzi con politiche pubbliche (riduzione del cuneo fiscale) e private (efficientamento dei processi organizzativi con azioni di management).

 

Leggi il mio articolo sul capitale umano delle aziende.